L’Anfiteatro romano di Sutri è un monumento meraviglioso: è unico nel suo genere. Si tratta del simbolo indiscusso del paese, ma anche dell’icona dell’intera Tuscia. Che si scelga di ammirarlo dall’interno o di guardarlo dall’alto, il suo fascino resta inalterato.
Si varca il cancello d’ingresso per attraversare l’arena nella sua totalità e, come per magia, si diviene parte integrante del paesaggio, fusi con esso. Dall’alto poi, dalla balaustra del complesso di Villa Savorelli, lo scenario è certamente mozzafiato.
L’Anfiteatro è un luogo imperdibile che profuma di storia, di un glorioso trascorso ricco di eventi significativi. Esso è un rarissimo esempio di edificio di epoca romana interamente scavato nel tufo, senza alcun tipo di muratura di sostegno. Venne realizzato con estrema perizia, a partire dall’alto della collina fino al raggiungimento del risultato attuale. L’impianto planimetrico si organizza attorno ad un’arena ellittica circondata da un alto podio.
La struttura architettonica è piuttosto semplice, con l’asse maggiore di 49 metri e quella minore che ne misura 40. Quanto alla datazione, si ipotizza che esso risalga al periodo che va dal I secolo a.C. al I secolo d.C. Esso, inoltre, poteva accogliere un numero massimo di 7000 spettatori.
Le gradinate laterali, inoltre, si suddividono in tre sezioni. In prima fila, nell’”Ima Cavea” si posizionavano coloro che facevano parte del rango senatorio. Al centro, poi, nella “Media Cavea”, si accomodavano gli appartenenti al ceto medio. L’ultima fila, invece, la “Summa Cavea” era destinata alla plebe.
Una particolarità?
È molto curioso pensare che l’anfiteatro fosse totalmente sconosciuto fino agli inizi del diciannovesimo secolo. Dopo aver perso la sua funzione originaria, infatti, esso venne completamente abbandonato. La natura fece il suo corso e l’arena si ricoprì di terra. Ne derivò un ampio terreno da pascolo che veniva utilizzato dagli abitanti della sovrastante Villa Savorelli.
Dopo la prima scoperta venne effettuato uno scavo che durò tre anni, dal 1835 al 1838. Questo ne permise un parziale recupero. Il totale dissotterramento, invece, fu realizzato solo nel ventennio fascista.
Ancora oggi, all’interno dell’anfiteatro, si organizzano spettacoli fascinosi e super suggestivi: tra i tanti, brillano i festeggiamenti dedicati a Santa Dolcissima, la patrona del paese. Sarebbe un vero peccato mancare!
L’Anfiteatro, collocato all’interno del Parco Archeologico, infine, è visitabile dal martedì alla domenica. Il biglietto d’ingresso consente l’accesso anche alla Chiesa della Madonna del Parto, o ex Mitreo, alla necropoli rupestre e agli esterni di Villa Savorelli. Un ticket unico per una piacevole esperienza che non prevedere delusioni!