I musei sono i luoghi della memoria ma anche della scoperta. Il passato dialoga con il presente ed ispira il futuro attraverso gli oggetti, le storie, le vite degli uomini illustri e comuni. Dove è possibile capire il perché di una parola, dove puoi emozionarti davanti ad un quadro o impressionarti per la genialità di un artista. Luoghi vivi quindi, dove si impara e si cresce.
Sono tante le curiosità che un museo può celare. Abbiamo deciso di rivelarvene alcune fra le più sfiziose e particolari; sono solo degli assaggi che potranno essere arricchiti da una visita fisica nei siti suggeriti.
Lo sapevi che… Il capitello è come una ciliegina sulla torta?
Infatti, ogni colonna, nella parte più alta, ha un capitello che può essere più o meno decorato.
La storia del capitello è molto antica; si parla di capitelli di epoca greca e romana ma sono stati molto utilizzati anche dagli egizi e dai persiani. I più conosciuti appartengono a tre ordini: dorico, ionico e corinzio, ai quali si aggiunge anche il tuscanico che nasce dal dorico di origine etrusca.
Non tutti sanno, però, che le prime colonne, ad esempio quelle minoiche, furono create da tronchi di alberi capovolti, in modo tale che non germogliassero.
Come possiamo riconoscere i vari capitelli?
Il capitello dorico è il più semplice, infatti ha la parte superiore leggermente più piccola e prende nome di echino.
Il tuscanico ricorda molto l’ordine dorico, anche se nella parte superiore della colonna è presente una fascia per separare l’echino dalla colonna stessa.
L’ordine ionico si riconosce facilmente; è formato da due spirali laterali, ispirate ad elementi vegetali.
L’ultimo ordine, il corinzio, è molto particolare, si potrebbe definire il più esuberante tra gli ordini. La sua particolarità è data dalle foglie di acanto poste su due file con circa otto foglie ciascuna che circonda tutto il capitello. Si pensa sia ispirato ai capitelli egizi, poiché utilizzavano il papiro, fiori di loto e foglie di palma.
Ma che cos’è l’acanto? L’acanto è una pianta con delle grandi foglie, simbolo di purezza.
La storia del capitello continua però…
Viene utilizzato anche in età bizantina, con altre modifiche: ad esempio, la forma dello stesso capitello inizia a ricordare una piramide ribaltata, spesso con un livello superiore, detto pulvino. Le decorazioni, spesso vegetali, create con trapano con la tecnica del bassorilievo, che davano un effetto di ricamo.
Queste porteranno poi allo sviluppo dei capitelli medievali, prima romanici caratterizzati da rappresentazioni di personaggi e mostri, e poi gotici, dove si avrà un ritorno alla semplicità estrema.
Oggi si parla ancora dei capitelli?
Certo, anche se non sono più i capitelli dell’antichità. Spesso si sono semplificati sempre di più, riducendoli a dei giunti tra colonna e soffitto.
Archeoares per la didattica
Sei un docente e vuoi venire con la tua classe a provare il nostro laboratorio didattico “Gli stemmi raccontano”? Scrivici a didattica@archeoares.com o telefona al 328 459 6238
